Erano ormai le prime luci dell'alba quando venni alla luce,me lo ricordo bene,il medico era li e mi guardava basito,aveva i baffi,ma li avevo anch'io e fumavo una lucky strike.
Mi guardava strano e non si convinceva,così diceva agli infermieri:
- ma comu è possibbbile,nun ciancia?!?
già,non piangevo e neanche mi lamentavo,perchè avrei dovuto farlo?
Per le leggi della natura forse?
Bah,io ero ancora troppo piccolo per conoscerle,al limite ero un pò infastidito dalla suora che si sforzava di farmi spegnere la sigaretta dicendomi che così stavo dalla parte delle multinazionali,e nel frattempo lei aspirava un mezzo toscano.
Mia madre,nel frattempo,tossiva.
Mi mandarono a scuola.
Il primo giorno ci andai tutto contento,mi svegliai pure mezzora in anticipo,tutto fremente per la novità.Ritornai a casa ancor più felice dell'esperienza magnifica.
L'indomani mia mamma si avvicinò al capezzale del letto e mi svegliò dolcemente:
- su su,Giovannino,devi andare a Scuola
- ma no -le risposi assonnato- ci sono stato ieri,non ricordi mamma?
Da quel giorno cominciai a lamentarmi sul serio,in continuazione,con metodo!
- il bambino forse vuole ancora stare a casa,è una mamma possessiva lei,signora?
Così diceva la maestra con fare da psicologo.
Tutte stronzate,non volevo stare a casa,volevo andarmene al bar a giocare a tresette e fumare come un saraceno incazzato dinanzi un barile di caffè la mattina ed una botte di birra rossa la sera.Conobbi un tizio a scuola,si chiamava Giufà,suo padre aveva sterminato la famiglia intera nel sonno,li aveva uccisi a colpi di penna stilografica ma aveva risparmiato il figlio perchè si doveva laureare e non voleva sentirsi incolpare per un mancato dottorato in famiglia.
Era il compagno perfetto,in due ci si lamenta meglio che da soli!Giovannino & Giufà,i due campioni della canazza.Ci stancava tutto,tranne che stare a letto.
Qualcuno ogni tanto mi dice che ,quando non ha impegni lavorativi,non riesce a non far nulla tutto il giorno,si stanca!
Io ci riesco benissimo ed è una delle poche cose che non mi stanca fare!
Mio padre,quando raggiunsi i trentacinque anni,entrò nella mia cameretta e con fare solenne mi disse:
- figliolo,è giunto il momento di assumerti le responsabilità della famiglia.
si riferiva alla mia famiglia,avevo una moglie e tre figli gemelli più uno che gli somigliava alla lontana.
- in che senso ,papà?
- ti ho trovato un lavoro in una Impresa Di Accortocciamento Bottiglie Di Plastica.
- ma papà,non ti rendi conto che io mi devo diplomare?!?
lo rimproverai e se ne andò con la coda tra le gambe.
Nel frattempo io scrivevo la mia opera magna "Il Lavoro Nobilita Chi Non Lo Pratica",ma i lavori procedevano a rilento poichè era troppo stancante.
C'erano le Elezioni,è sempre un evento divertente,me ne andavo in giro ad ascoltatare i candidati a sindaco.
Quasi tutti parlavano di "lavoro" e nemmeno uno prometteva "Riposo".
La cosa raggiunse il suo limite quando uno di questi si avvicinò a me e con fare sospetto mi disse:
- ehi,carissimo
- come no-gli dissi io
- Ti piacerebbe lavorare...
non gli feci finire la frase,capite,voleva il mio voto in cambio di un lavoro in qualche Impresa Agricola.
Oh,ma poi dico,se questo lavoro è una cosa così bella e utile perchè non ci vanno loro a lavorare,eh?!?
Avete mai visto Berlusconi che raccoglie patate o Veltroni (per par condicio) intento a concimare la terra?
Mah,chi na resta?!?Armenu mi Lamientu...
Baciamo Le Mani
venerdì 30 maggio 2008
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