Voi ce l'avete una ragazza che vi regala,senza alcunissimo motivo se non quello di amarvi,il "The Tokyo Concert" di Bill Evans?!?
Io non so se avete la fortuna di esser fidanzati di una meravigliosa ragazza come la mia,e dico questo non certamente perchè mi ha regalato il suddetto cd,le sue qualità vanno ben oltre.
Su questo blog,tuttavia,non posso dilungarmi troppo su quanto anch'io adori la mia ragazza,dunque vi dirò subito che questo live di Bill Evans non lo avevo mai ascoltato.
Assicuro chiunque stia leggendo questo post che non acquistare questo cd,originale, è un omicidio.Di Bill Evans parleremo anche in seguito dunque per le note biografiche,inutile ripeterle,vi rimando a wikipedia. http://it.wikipedia.org/wiki/Bill_Evans_(pianista)
Posso solo aggiungere che questo grande senso di malinconia che avvolgeva come un'aura la vita di Evans è ben trasparente in tutto il concerto.La ritmica è potente ed elegante come non poteva che essere con Bill Evans.Gomez al contrabbasso riempie l'etere di note piene,glissati e tanto altro che sa di storia del contrabbasso jazz,.
Ottimo anche il lavoro Marty Morell dietro le pelli,pieno di contrappunti silenziosi e discreti,contrastanti con l'esuberanza di Gomez ma quanto mai dinamici.
Bill Evans è,come sempre,elegante,malinconico e a sprazzi gioioso.Basta chiudere gli occhi è sembra di essere in un mondo fantastico,una fuga della realtà in piena regola.
Anzi,mentre scrivo questo ampio preambolo,sto ascoltando il brano di apertura "Morning Glory".Dovrei riscrivere tutto quello che ho detto poche righe fa,oppure riscriverlo con altre parole...oppure posso invitarvi all'ascolto ma ad occhi rigorosamente chiusi.Invitandovi a lasciarvi addormentare dolcemente dall'intro del solo piano,farvi cullare da un contrabbasso che sembra iniziare un racconto.Quando entra la batteria il viaggio in questo giorno così glorioso ormai ci riempie dentro.E'il solo che sorge tra le nuvole rosee del primo mattino,è un passerotto che canta,è anche una vecchia fiat 750 che passa per la provinciale in un mare di assurdo silenzio,irreale nel nostro tempo.E' un signore anziano coi baffi bianchi che guida la 750 e guarda il mare lucente dei primi raggi costeggiando dei folti carrubbi.Sempre con eleganza passiamo al secondo brano "Up With The Lark",è uno standard ma quando è Evans a suonare questa descrizione è ampiamente eufemistica.
Ricorda per certi versi la tipica "Waltz For Debbie" http://it.youtube.com/watch?v=dH3GSrCmzC8 (ascoltatela!!!).Mi piacerebbe parlarvi delle mie impressioni per tutti e nove i brani ma diventerei logorroico,vuol dire che stasera stancherò la mia ragazza.
Prima di andare via,segnalo il sesto brano "T.T.T.T" (cioè Twelve Tone Tune Two).
Forse con questo brano ci si renderà conto di quanto sia stata importante la figura di Evans per lo sviluppo del Jazz Modale.Molto spesso,purtroppo,si pensa ad Evans solo come un ottimo pianista a metà strada tra il Jazz e la musica Classica dimenticando appunto che è stata un'altra via del modale,così come Davis o Coltrane.
Infine,notevole è "Hullo Bolinas" splendida ballad di Steve Swallow (già,il bassista elettrico)suonata,una delle rarissime occasioni,in piano solo.
Baciamo le mani
sabato 17 maggio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento